Proposta metodologica per l’edizione digitale di testi letterari della latinità medievale e umanistica
Il 2 giugno 1442 Alfonso d’Aragona, detto il Magnanimo, riusciva, al termine di una lunga guerra, ad espugnare la città di Napoli. Le celebrazioni ed i festeggiamenti in onore del nuovo sovrano dovettero durare piuttosto a lungo: l’orazione panegirica pronunciata da Angelo de Grassis, vescovo di Ariano, il 20 maggio 1443 nel convento di San Giovanni a Carbonara, costituisce un documento assai importante per comprendere l’atmosfera culturale che accompagnò quell’evento. Inoltre, poiché l’opera contiene intere parti trascritte dalla Gratiarum actio di Plinio il Giovane e da altri Panegyrici Latini (testi scoperti solo pochissimi anni prima), essa può testimoniare interessanti particolari della storia della tradizione e della trasmissione di questi testi e della loro diffusione nella temperie del primo umanesimo. L’Oratio panigerica dicta domino Alfonso Cesari Italie et Aragonum Regi a domino Angelo de Grassis Arianensium antistiti Neapoli, in conventu sancti Iohannis de Carbonaria, die lune XX maii, è tràdita dal solo ms. Ottoboniano Latino 1438 della Biblioteca Apostolica Vaticana (ai ff. 1r-5v) ed è stata per la prima volta edita criticamente da F. Delle Donne nel 2006, per l’«Istituto Storico Italiano per il Medio Evo» (Fonti per la storia dell’Italia medievale. Antiquitates, 27).
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L’Oratio di Angelo de Grassis si offre, per molti aspetti, come un testo ideale su cui provare un nuovo modello di edizione digitale, basato sull’adozione di uno schema di codifica adeguato, nel quale ad ogni elemento rilevante del manoscritto (a livello dei segni di scrittura, del supporto della scrittura o del contenuto) corrisponda un’opportuna strategia di codifica. Il caso, infatti, delle tradizioni testuali a testimone unico permette di integrare perfettamente tutti i modelli fondamentali di edizione: quella cosiddetta meccanica, che si configura come un facsimile o una riproduzione tecnica (in genere fotografica) dei manoscritti, l’edizione diplomatica o diplomatico-interpretativa ed, infine, l’edizione criticamente stabilita.
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La trascrizione strettamente diplomatica o imitativa del testo dell’Oratio di Angelo de Grassis, da una parte, ed il testo della già menzionata edizione critica (ISIME 2006), dall'altra, sono stati entrambi codificati mediante il ricorso al linguaggio XML (Extensible Markup Language), secondo le norme contenute nelle Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange (TEI P5 2007). La serie degli elementi e degli attributi utilizzati nel markup, nonché le precise regole sintattiche che lo hanno governato, sono espresse e documentate nello schema di codifica o DTD (Document Type Definition).
Un’apposita e distinta sezione del sito LAB.I.UM. (Università di Verona) accoglie, dunque, una pagina suddivisa in tre sezioni affiancate, di cui: 1) la prima contiene le immagini digitali ad alta risoluzione del manoscritto Ottoboniano Latino 1438, già concesse, con licenza decennale, al gruppo di ricerca dalla Direzione della Biblioteca Apostolica Vaticana; 2) la seconda presenta l'edizione imitativa (cur. E. Ferrarini) del testo dell’Oratio di Angelo de Grassis, condotta secondo le Guidelines TEI P5, con particolare riguardo alle norme contenute nel cap. 11 (Representation of Primary Sources), e visibile a schermo mediante l’applicazione di opportuno foglio di stile; 3) la terza riproduce, infine, il testo dell'edizione critica (cur. F. Delle Donne), comprensivo di apparati ed emendato in pochi punti, codificato secondo le norme contenute nel cap. 12 delle TEI Guidelines (Critical Apparatus) e che potrà essere, eventualmente, corredato di riferimenti ipertestuali ai passi della Gratiarum actio di Plinio il Giovane e degli altri Panegyrici Latini citati dal de Grassis, così come individuati nella seconda fascia dell’apparato critico.
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